GUIDARE SE STESSI VERSO LA VERA LIBERTÀ
Nell’essere umano vi è la meravigliosa facoltà dell’autotrascendenza, del sapersi osservare dall’esterno per poter scegliere in che modo orientare la realtà del mondo intrapsichico.
«Una ricerca effettuata alla Duke University nel North Carolina (articolo apparso su “Focus” il 3 agosto 2006) ha individuato una classifica dell’intelligenza nelle scimmie, stabilendo che oranghi e scimpanzé “hanno una maggiore capacità di risolvere problemi complessi, come orientarsi in un piccolo labirinto o sbrogliare una matassa di fili colorati, con diligenza e abilità. Sono in grado, inoltre, di usare alcuni strumenti e di trasmettere le conoscenze acquisite ai più piccoli. Messi per esempio davanti a un computer con un grappolo d’uva in mano di solito non sanno cosa fare, ma alla fine prendono la decisione migliore: escono a gambe levate dalla stanza portando con sé il cibo” (a differenza di alcuni esseri umani che fanno marcire l’uva e rimangono incollati al computer).
Che cosa ci differenzia, dunque, in modo ancora più decisivo dalle scimmie? L’autotrascendenza, la possibilità di riflettere su noi stessi pensanti. Noi abbiamo il potere di osservarci dall’esterno, di astrarre l’esistenza dal suo scorrere e di meditare sui grandi temi dell’esistenza: la vita, la sofferenza, la morte, l’universo, l’amore, la metafisica, ecc. La differenza più importante, a livello personale, è forse questa: la capacità di scegliere il nostro futuro, la persona che vogliamo diventare, la società che desideriamo costruire, le relazioni che amiamo intrecciare e che cosa vogliamo lasciare dopo la nostra morte. La vita di ogni essere umano acquista un valore trascendente se viene esercitato il potere personale di elaborare gli imprinting del passato, per quanto negativi possano essere stati, al fine di diventare coraggiosi capitani della propria crescita. Occorre dunque entrare in contatto con se stessi, addentrarsi nelle terre di dentro, avventurarsi nel viaggio interiore alla scoperta degli eventi che possono aver bloccato lo sviluppo delle proprie potenzialità. Occorre trovare il coraggio di fermarsi, di rallentare, di chiudere gli occhi e di procedere al buio, perché è proprio nell’oscurità, paradossalmente, che è più facile ritrovare la luce dentro di sé.
Le perle nascoste dei talenti in noi presenti, le intime aspirazioni ai valori che esprimono la nostra identità e il terreno fertile della sensibilità umana, con cui riceviamo le informazioni dal mondo esterno, appartengono alla natura del nostro “vero Sé” (Donald Winnicott). Come ha affermato Carl Rogers: «La propensione a rischiare di essere veramente il proprio vero intimo sé costituisce un passo verso l’alleviamento di un senso di solitudine che esiste in ciascuno di noi e verso un contatto più autentico con gli altri esseri umani». In sintesi, occorre impegnarsi per divenire persone autentiche, capaci di costruire relazioni intime per vincere il baratro della solitudine esistenziale che rappresenta il vero dramma della vita umana» Tratto dalla pubblicazione “FINALMENTE LIBERI“, pp. 8-9).
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