Perchè la volontà è importante nel processo formativo?
La volontà supera la voglia del momento, perchè è legata al senso dell’intenzionalità e della progettualità. Educare la volontà significa permettere ad un essere umano di potersi realizzare in modo completo e maturo.
“La forza di volontà attraversa anche le rocce”, è un detto giapponese che è fonte di ispirazione per tutti coloro che vogliono raggiungere ciò che intensamente desiderano. Nella cultura odierna bambini e adolescenti sono poco educati ad esercitare i muscoli della volontà e questo genera una diminuzione della capacità di resistere allo stress e alla fatica del quotidiano impegno. Zygmunt Bauman ha coniato il termine di “società liquida” per definire un tempo dove tutto è transitorio, poco definito, incerto e segnato dall’irrequietezza esistenziale. Nella società tecno-liquida i ragazzi d’oggi sperimentano quanto segue: narcisismo, amicizia light, relazioni virtuali a portata di click, cyberpornografia, la “gamizzazione” immersiva e la ricerca di forti emozioni. Lo stile di vita di molti adolescenti è improntato alla gratificazione immediata, mentre lo sforzo è percepito come una fatica, un dolore, un qualcosa da evitare a tutti i costi cercando le vie facili o evitando di affrontarlo. L’incapacità di accettare lo sforzo e l’assenza di piacere ad esso collegato, sta diventando una vera e propria piaga sociale, poiché chi si abitua a ricevere solo stimoli di piacere e di immediata gratificazione sempre meno saprà tollerare la fatica, il duro lavoro, il senso del sacrificio e dell’autodisciplina. La vita è fatta anche di ostacoli, di difficoltà, di frustrazione e di insuccessi. Se si crolla al primo ostacolo che s’incontra come si potranno affrontare e superare tutti quelli che prima o poi s’incontreranno? Come allenatore di studenti osservo una progressiva diminuzione di tolleranza alla frustrazione dei risultati negativi che gli studenti ottengono nello studio, sopratutto quando sono chiamati ad affrontare il passaggio dalla terza media alle superiori e, successivamente, all’università. Chi non si è mai allenato a studiare con tenace perseveranza e grazie alle sue doti intellettive o a un basso livello di istruzione se l’è sempre cavata, troverà insopportabile un carico di lavoro maggiore; egli tenderà a rinunciare all’impegno o a trovare un indirizzo “più facile”, cioè meno impegnativo. Ed è proprio in questo modo che egli si abituerà a rifugiarsi nel mondo delle facili gratificazione e del minimo impegno, non sapendo che in questo modo si troverà a vivere un’intera esistenza nella condizione di una costante frustrazione esistenziale, poiché si è realmente soddisfatti solo quando si dà il meglio di sé. Ecco perchè è pedagogicamente sbagliato agevolare il poco impegno, il basso sacrificio e annullare ogni personale fatica. Il rischio è di educare un figlio alla scappatoia piuttosto che al coraggio della determinazione. Ed è proprio per questo che la forza di volontà attraversa anche le rocce.
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