L’educazione è dare speranza!
“E’ meglio accendere un fiammifero, piuttosto che maledire l’oscurità”, A. Bello.
Oggi più che mai, in cui le famiglie sembrano affondare in tensioni, fratture, confusione e angoscia esistenziale, diventa importante accendere la luce della speranza, perchè nel buio viene a mancare il senso stesso dell’educazione: permettere ad ogni componente della famiglia di maturare, di realizzare pienamente la propria vocazione esistenziale e di imparare ad amare la vita, se stessi e il prossimo. Ogni giorno mi confronto con situazioni famigliari più o meno problematiche e mi rendo conto che ciò che manca è la consapevolezza dell’azione educativa che fa crescere, maturare e fortificare la struttura psicologica dei singoli componenti. In ogni famiglia ognuno influenza e al tempo stesso viene influenzato dagli altri. Ogni famiglia è come una storia che parte da un inizio, l’incontro di un uomo e una donna che si innamorano, che con la nascita dei figli si arricchisce di novità, di stimoli, di problemi e difficoltà. Ogni famiglia ha la sua storia; non esiste una storia uguale ad un’altra per il semplice motivo che ogni persona è diversa dall’altra e altrettanto diverse sono le dinamiche relazionali che si instaurano all’interno di ciascuna famiglia. La famiglia è una storia che cammina nella complessità degli stimoli che riceve dal mondo esterno: internet, social media, social network, ecc. Bambini e adolescenti sono sempre più attratti da questo mondo parallelo ai legami interpersonali che avvengono in famiglia, a scuola o nelle diverse attività ricreative e sportive. Eppure è proprio il valore e lo spessore di questi legami che permette a un bambino o un adolescente di non rimanere catturati da una realtà virtuale che come scopo primario non ha l’educazione ma il profitto o il solo divertimento fine a se stesso. Chi ha buone relazioni umane è meno attratto da questo mondo virtuale, perchè il cuore dell’uomo trova riposo nella relazione affettiva, sociale e spirituale.
Il primo fiammifero da accendere è quello del dialogo.
Il primo fiammifero da accendere è quello del dialogo che si basa sulla sospensione del giudizio, sull’ascolto empatico o sulla condivisione di attività comuni e momenti d’intimità. Bisogna imparare a fermarsi per guardarsi negli occhi, prendersi per mano, accogliere il bisogno dell’altro, ascoltarsi con totale attenzione e serenità. Bisogna concedersi il tempo della relazione autentica, dello stare insieme per il piacere di essere insieme, per leggere i desideri dell’altro e sapere che nessuno è una statua di sale, sempre uguale a se stesso con il passare del tempo. I genitori, come i figli, sono una storia che evolve, che cresce e che cambia. Cogliere questo continuo movimento è rimanere in sintonia, uniti dalla conoscenza reciproca, sospinti dal vento della novità che permette ad ogni componente di essere rinnovato e divenire sempre più un albero colmo di frutti maturi. Perchè è sempre meglio accendere un fiammifero? Perchè anche se fa poca luce è da esso che può partire il viaggio della consapevolezza, del ritrovarsi, dello riscoprire il valore di essere una famiglia imperfetta che si vuole bene e che cresce insieme.
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